Per molti anni la nostra esistenza è andata avanti, mediamente bene, tra dolci tradizionali e esotiche novità d’oltralpe; le nostre domeniche si sono spente tra pastarelle e shoux, le nostre feste rituali si sono infiammate con innocue torte mimosa e millefoglie senza che il tessuto sociale subisse strappi sostanziali o nascessero crisi interne e di governo.
In questo arcadico mondo dove il gusto aveva il sopravvento sulla forma, tutti noi ci siamo persuasi del fatto che una torta più che essere bella deve essere buona …
Da qui l’intero sviluppo del pensiero occidentale, le belle frasi sul valore dell’interiorità e la nascita di un numero X di banalità sulla differenza tra forma e sostanza.
Pare però che questa era di pace sociale sia ormai volta al termine.
Difatti in questi giorni moderni di Grande Bellezza se non festeggi un compleanno con una torta immangiabile al sapore di burro fuso e coloranti, sulla quale si staglia la nuvola di Fuksas (che per tenerla in piedi si è dovuto scomodare un team di 30 ingegneri momentaneamente distratti dal loro obiettivo di costruire un ponte sullo stretto peraltro inutile e mai richiesto) TU non sei Nessuno, la tua festa è una pippa e non sei degno di compiere gli anni o sposarti o vivere.
Buddy Valastro ci ha insegnato che devi munirti di una famiglia di italo americani cafoni per poter creare torte monumentali che girano, pigliano fuoco, miagolano e ridono. Che per fare ciò devi piastrellare con la pasta di zucchero interi ettari di torte, forgiare kg di red velvet (dovete sapere che negli Usa esiste solo questo tipo di torta, da quanto ho appresso dalla TV), tinteggiare cupcakes con colori fluorescenti e fare fiori iper realistici per confondere gli insetti.
Dopo di lui molti altri sono venuti ad arricchire le nostre vite con grandiosi consigli decorativi, spingendo annoiate madri di famiglia a varcare i confini della razionalità per sperimentare ardite interpretazioni artistiche di presto fatti al limone.
So che la mia preghiera di un ritorno alla torta tradizionale cadrà nel vuoto, che il mio oscuro desiderio di mangiare qualcosa che non sia ricoperto di malta alla zucchero color pastello rimarrà ahimè un primitivo sogno, ma per piacere quantomeno sedate l’artista che vive dentro di voi con massicce dosi di tranquillanti al red velvet.
Per questo articolo nessuna torta e’ stata maltrattata e nessun esperimento e’ stato fatto su cose o persone, semplicemente ho avuto in prestito la geniale verve di NICOLESDA di SUDINSIDE
Grazieee e ti prego, torna quando vuoi 🙂
ESSì .. è un po’ la moda, ora, del cake design .. che devo dire essere molto divertente ed appagante, però, avendo partecipato anche ad un corso.Devo confessare che anch’io preferisco di gran lunga la torta della nonna a bellissime torte ricoperte di pasta da zucchero…
Un pasticciere amico sostiene che questa moda non fa altro che allontare il gusto dai dolci, finalizzando quest’ultimi solo alle occasioni e non al consumo istintivo dato dalla voglia di dolce. Il motivo? Che non sono buone quanto belle…per non parlare poi dell’aspetto nutrizionale.
L’ha ribloggato su Riflessioni tra capo e collo: quando la vita ti porta a fare cose estreme come aprire un bloge ha commentato:
Collaborazioni che mi glicemizzano il cuore!
In tempi ancora non sospetti, ho rifiutato sistematicamente i dolci ogni volta in cui siamo andati negli Stati Uniti: cambiano i colori della glassa di copertura e l’interno è uguale per tutti, da New York a San Francisco. Però sono molto scenografici…
Si ma al di la di tutto, non appartiene alla nostra cultura e quindi se dovessi coniarti uno slogan al volo ti direi che per i dolci italiani…”scelta di panza, scelta di sostanza!”
Concordo!!
Si condivide tutto, anche questo …. c’è un premio per voi, passate di qui è scoprirete cos’è 😉 http://lamiacucinasemplice.wordpress.com/premi/food-blog-awards/
Un piccolo pensiero per te… https://tavoloper2.com/2014/04/15/web-awards/
Amen.
Devo ammettere che anch’io all’inizio rimasi affascinata da questo tipo di torte (non avendole mai viste prima) e ne commissionai anche una per il primo compleanno di mio figlio.
Se non ho più ripetuto l’esperienza peró un motivo ci sarà…
Le torte di pongo preferisco farle sul tavolo della cameretta con mio figlio, sul tavolo da pranzo voglio cibo vero!
La tua preghiera è anche la mia! Da vedere son bellissime, ma mi si allappa la lingua solo al pensiero di mettere in bocca la glassa (io, che amo i bignè alla crema chantilly perché sopra hanno solo la granella di zucchero!).